lunedì 7 gennaio 2008

Emergenza rifiuti a Napoli. Arriva l'Esercito!

Per sgombrare le scuole dai rifiuti e garantirne l'apertura il governo, come annunciato da Prodi, ha inviato il Genio militare. In azione due bobcat e due pale meccaniche messi a disposizione dal 21° reggimento dei Guastatori, che collaborano con la Sace, azienda addetta alla rimozione dei rifiuti. Il Genio dell'Esercito ha cominciato la raccolta straordinaria dei rifiuti a Caserta.
Il Governatore Bassolino in una lettera a "Repubblica" scrive: "Ho fallito ma non lascio" - sottolinea - "Non esito a riconoscere le mie responsabilità ma ora sento il dovere di portare avanti con fermezza la battaglia di civiltà condivisa da tutti gli italiani onesti".
La domanda sorge spontanea: ma non poteva pensarci un po' prima?

Grazie Alessandra!

In Afghanistan, in quel Paese dove il tempo sembra essersi fermato e Dio, o chi per Lui, essersi dimenticato dei suoi figli; in quel Paese dove in cielo non volano più colombe bianche e l'unico rumore, che rimbomba nelle orecchie, è il frastuono di un'esplosione; in quel Paese un altro eroe è morto per la Pace.
Era il 24 novembre. Tutto era pronto per l'inaugurazione di un ponte ad una ventina di chilometri a nord-ovest da Kabul, nella Valle di Pagman.
Un uomo è stato intercettato mentre risaliva il greto di un fiume, per avvicinarsi all'area in cui intendeva farsi esplodere, area presidiata dalle forze italiane, che fornivano la sicurezza alla cerimonia di inaugurazione.
Presenti autorità locali e comuni cittadini, che dovevano rappresentare, nei piani del kamikaze, il grosso delle vittime.
Solo l'intervento dei militari italiani, insospettiti dall'atteggiamento e dall'abbigliamento dell'uomo, ha sventato quella che sarebbe potuta diventare l'ennesima carneficina in terra afgana. Daniele Paladini, in questo atto di estremo coraggio, ha perso la vita. Il resto è storia: funerali di stato, messaggi di cordoglio da parte delle più alte cariche dello Stato, elogi pubblici che lasciano comunque il tempo che trovano.
Ieri, 12 dicembre 2007, ho avuto l'enorme fortuna di conoscere la vedova Paladini, la cara Alessandra.
Perché noi dell'Esercito Italiano non siamo solo peacekeeper o "militari addestrati a far la guerra", siamo anche uomini e donne che vivono appieno il dolore di una perdita così grande, che va ad unirsi a quello stesso dolore sentito per i nostri precedenti caduti.
C'era il sole a Novi Ligure, quasi volesse farmi da testimone a quanto avrei vissuto da lì a poco...
Alessandra, per me ormai Ale, è uno scricciolo di donna che dimostra la metà degli anni che ha.
Ci accoglie con un enorme sorriso e la cosa mi sconvolge: ha ancora la forza di sorridere...
Andiamo al cimitero a visitare la tomba del caro Daniele.
Non mi rendo ancora conto di dove sia, mi sembra d'essere stata fiondata di botto all'interno di un servizio giornalistico.
Accanto alla sua tomba la corona di alloro del Presidente della Repubblica, sopra la tomba un cuore di ceri rossi con un libro fatto dai compagnetti della piccola Ilaria...
Quasi nascosto, un angelo piccolissimo, come a rimarcare la considerazione che l'Italia, e specie Novi Ligure, ha di Daniele.
Sono le 12.30, Ilaria sta per uscire da scuola, un brivido mi attraversa la schiena al suono della campanella, per un attimo la mia infanzia mi è ritornata in mente...
Vedo Ilaria da lontano che corre tra le braccia della madre...che tuffo al cuore: è identica al padre!
Si avverte nell'aria una composta tristezza tra noi militari lì presenti, ma siamo in servizio e non si può dare spazio alle emozioni.
Arriviamo a casa della famiglia Paladini, una villetta fuori Novi Ligure, tutto intorno solo verde e silenzio.
Ilaria ha l'argento vivo addosso, starle dietro è quasi impossibile.
Ale guarda la figlia con commozione, tutto ciò che adesso ha è lei.
Ho alcune cose da consegnare ad Alessandra, ci sediamo sul letto che è stato il nido d'amore suo e di Daniele.
Ennesimo brivido...
Iniziamo a parlare e scopro in lei una donna che nella sua fragilità è incredibilmente forte, per non cedere al dolore tremendo che le è stato inflitto.
Sa che Daniele verrà ricordato in eterno come un eroe e, se vogliamo, come un altro martire di questa guerra contro il terrorismo.
Sa anche che nulla al mondo potrà restituirglielo.
Mi sconvolge sentirla parlare con rassegnazione di come è sopraggiunta la morte del suo amato...
Le mani le tremano, la voce inizia a farsi fioca, ma ha ancora la forza di regalarmi un sorriso.
Forse ha capito il mio disagio nel non saper cosa dire.
Mi abbraccia forte Alessandra, il mio cuore sta per sciogliersi, ma devo resistere per lei e per il "credo" che mi ha spinta ad arruolarmi.
...e poi un militare non piange!
Ma sono anche una donna e sento sempre più l'esigenza di aggrapparmi a lei, per chiederle di darmi un po' della forza che possiede.
Siamo state così per alcuni minuti, tra noi solo silenzio, ma quante cose ci siamo dette senza parlare!
La mia "missione" è finita, adesso si rientra a Roma.
Nel tratto di strada che da Novi mi riporta a Genova, ho modo di riflettere su quanto accaduto.
Posso dire di aver imparato tante cose da quella grande donna e per un po' sono ritornata bambina, quando giocavo con Ilaria e i suoi sogni.
Roma. È già tardi. Rientro in caserma, la mia giornata di servizio è finita, ma la notte non porterà via con sé i preziosi ricordi e insegnamenti di cui Ale mi ha fatto dono.
Grazie Alessandra, perché ho capito che si può sorridere anche alla morte e perché la vita sta realmente nel sorriso dei bambini!